Psicopedagogista

Come affrontare la sfida delle vacanze estive con serenità

Vacanze estive
È arrivata l’estate! E con lei una sfida che i genitori conoscono bene: incastri infiniti, centri estivi, compiti da gestire… ma anche tempo per crescere, esplorare, annoiarsi (sì, anche quello è importante!). Sfide e opportunità che risentono molto delle risorse (ferie, budget, aiuti,…) che ciascuna famiglia ha a disposizione. L’equilibrio sta nel mix: riposo, gioco, qualche impegno e…. organizzazione.

Indice

1. La sfida delle vacanze estive

Il suono della campanella che certifica la fine dell’anno scolastico genera sentimenti ambivalenti: se i bambini e le bambine sono per lo più felici, i genitori, sono spesso preoccupati per la gestione dei lunghi mesi senza scuola. E adesso che si fa?
È possibile affrontare la sfida delle vacanze estive con serenità, affinché siano un periodo di crescita, un’occasione per rinsaldare la relazione educativa con figli e figlie?

A parte il periodo dell’asilo nido, che chiude solo nel mese di agosto, essendo un servizio nato per consentire la conciliazione tra la cura di figli, figlie e il lavoro, per tutti gli anni successivi, dai 3 anni fino ai 14 almeno, la fine della scuola coincide per i genitori con l’inizio di un gioco di incastri ed acrobazie organizzative ancora più sfidante, se possibile, di quello del periodo scolastico.

2. Occasione di crescita, … per chi può permetterselo

Che poi le vacanze estive sono un tempo prezioso, di crescita, per i bambini e le bambine; sarebbero un periodo di grandi opportunità, se non fosse per le difficoltà organizzative dovute allo sfasamento tra la durata delle ferie dei genitori, in genere 7 settimane, e la durata della chiusura della scuola (12-13 settimane l’estate, alle quali se ne aggiungono due a Natale, una a Pasqua e i mille ponti).

Opportunità che risentono certamente dalla risorse (budget a disposizione, aiuti disponibili, possibilità di tempo libero, proposte del territorio,…) e che amplificano le situazioni di disuguaglianza. I genitori che possono delegare, almeno in parte, la cura dei figli o che riescono a sostenere i costi di centri estivi, viaggi, corsi,… sono certamente facilitati e riescono a vivere il tempo estivo con meno fatica e più soddisfazione. Per tutti gli altri il problema è ancora più rilevante.

In ogni caso lo stacco dalla scuola nei mesi estivi, è certamente utile per bambini e bambine, ragazzi e ragazze, per far sedimentare le esperienze fatte e le conoscenze acquisite durante l’anno, per riposare, recuperare energie, vivere e frequentare situazioni e contesti diversi.

3. Riposo, routine e nuove esperienze

Dopo mesi di impegno quotidiano, gli studenti e le studentesse hanno bisogno di staccare. Attraverso ritmi più lenti e con meno pressione, hanno la possibilità di rilassarsi, perdere tempo, divertirsi, favorendo un rientro a scuola a fine estate più sereno.

Dopo un primo periodo doverosamente dedicato al relax, è utile ripristinare routine e attività per non perdere i ritmi sonno-veglia e la motivazione a portare a termine piccoli o grandi impegni.

L’ideale, quando c’è la possibilità, è alternare momenti di svago ad esperienze come la lettura di libri, laboratori creativi o piccole esplorazioni sul territorio, che consentono di apprendere in modo informale, stimolando la curiosità e l’autonomia.

4. La sfida dei compiti estivi: da tenere o da abolire?

Il tema dei compiti, durante le vacanze e non solo, divide ancora oggi docenti e pedagogisti.

Da un lato, chi vede l’estate come un tempo ideale per un apprendimento informale invita a sostituire i classici libretti per le vacanze con i cosiddetti “compiti di realtà”: tenere un diario di esperienze, condurre piccole ricerche sul territorio, vistare musei o città, affrontare letture e visioni di film per stimolare la riflessione e il dialogo familiare.
Dall’altro, i sostenitori di un approccio più tradizionale sottolineano come un’attività di mantenimento delle competenze di base possa aiutare a non perdere il ritmo di studio, specialmente in presenza di lacune accumulate durante l’anno, e faciliti la ripresa della scuola a settembre.

Quale che siano le indicazioni della scuola dei vostri figli, figlie, è importante che non venga meno il raccordo e la collaborazione tra i genitori e gli insegnanti e che, magari dopo un confronto se non si condivide l’impostazione, gli adulti possano sostenersi a vicenda nel portare avanti una linea comune, senza trasmettere ai bambini e alle bambine confusione o tensione.

5. Riposo e pianificazione per affrontare con serenità i compiti vacanze

Come aiutare i bambini e le bambine ad affrontare la sfida dei compiti delle vacanze con serenità? Il modo migliore è iniziare da… una pausa.

Per prima cosa è bene riposare, far passare qualche settimana di ozio e di svago, se possibile, in ogni caso staccare completamente dalla scuola e dai compiti.

La seconda cosa utile da fare è pianificare.

Con i più piccoli, è utile individuare un momento dove guardare insieme i compiti che sono stati assegnati, individuando quelli che per la specifica persona sono più facili e quelli che invece richiedono più impegno. A questo punto si potrà definire un programma, individuando i momenti che saranno dedicati ai compiti, magari aiutandosi con un calendario da mettere in un posto ben visibile. Generalmente è d’aiuto alternare gli esercizi che richiedono più impegno ad altri più semplici e veloci, da fare quando si è più affaticati. Può essere utile programmare sessioni brevi, un’ora/un’ora e mezza, magari al mattino, così rimane il tempo per lo svago nel pomeriggio.

Con i ragazzi e le ragazze della scuola secondaria di primo grado, è bene che l’organizzazione venga fatta direttamente da loro, benché guidata dai genitori.

Gli studenti e le studentesse della secondaria di secondo grado andranno invece incoraggiati ad assumersi in prima persona la responsabilità del proprio percorso di studio.

6. La noia estiva come motore di creatività

Spesso percepita come un nemico da tenere a bada, la noia può rivelarsi un potente alleato quando non viene completamente eliminata. Lasciare al bambino o all’adolescente un “tempo vuoto” senza troppi stimoli organizzati e limitando l’accesso agli schermi, favorisce lo sviluppo di autonomia e creatività, portandoli ad inventare giochi, ideare progetti o a dedicarsi a semplici momenti di riflessione.

In quest’ottica, genitori ed educatori possono offrire spunti – pochi ma di qualità – invitandole a scegliere liberamente come riempire il proprio tempo: un foglio bianco su cui disegnare, oggetti da poter assemblare a piacimento, una lista di libri da esplorare con calma, materiali per personalizzare la cameretta, una pianta da osservare mentre cresce,…

7. Svago, esplorazione e opportunità estive

L’estate è il momento ideale per sperimentare attività che durante l’anno scolastico sarebbero difficili da inserire nella routine quotidiana.

I centri estivi e i campus per alcune famiglie sono un aiuto necessario, per altre possono rappresentare un’opportunità per dare la possibilità e bambini e bambine di fare altre conoscenze e per misurarsi in esperienze nuove.

I ragazzi e le ragazze più grandi hanno la possibilità di fare esperienze di volontariato, partecipare ad attività proposte dalle comunità in cui vivono, collaborare all’organizzazione di un evento, arricchendo così il bagaglio personale.

Chi ha l’età per farlo, può sperimentarsi in un lavoro estivo per rendersi più indipendente in alcune spese.

Tutti e tutte possono essere coinvolti nella gestione della casa, in base alle proprie capacità.

8. Conclusioni: verso un’estate equilibrata

Per far sì che le vacanze scolastiche estive diventino un vero “otium” rigenerativo, può essere utile combinare con saggezza momenti di pausa, attività di mantenimento delle competenze scolastiche e occasioni di svago creativo. Se possibile, si consiglia di prevedere due pause totali, una a inizio estate e una in coincidenza con la vacanza di famiglia; un piano per i compiti costruito su misura per l’età e alcune proposte di svago.

Si potrà così garantire un’estate capace di consolidare ciò che è stato appreso, di stimolare la curiosità e di offrire, allo stesso tempo, il piacere di un tempo libero, autentico e gratificante.

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