Indice
- Disaccordo nei metodi educativi
- Da dove nascono queste difficoltà? Perché sono così frequenti?
- Riconoscere le differenze e avviare il dialogo
- Comprendersi tra genitori anche se in disaccordo
- Cercare un compromesso rispetto ai metodi educativi
- Evolvere nel tempo
- Gestire il disaccordo tra genitori senza screditarsi a vicenda
SCENA 1
Mamma: “Silvia, cosa stai aspettando? Mangia, altrimenti si raffredda tutto”.
Silvia: “Non mi piace”.
Mamma: “Almeno assaggia”.
Silvia: “Non ne ho voglia”.
Mamma: “Dai, se assaggi poi leggiamo insieme un libro che scegli tu”.
Papà: “Adesso dobbiamo addirittura darle un premio per mangiare? No, no, facciamo invece che se non mangi ti tolgo la televisione per oggi. La mamma ci ha messo tempo per cucinare e tu la ripaghi così? Ai miei tempi si mangiava tutto quello che c’era nel piatto; a che punto siamo arrivati!”.
SCENA 2
Papà: “Mi spiace vederti piangere, Francesco. Lo so che non è bello sentirsi esclusi. Capisco che non sia facile accettare che Matteo non ti abbia invitato al suo compleanno. Purtroppo, la sua casa non è molto spaziosa ed ha potuto invitare soltanto tre amici. È difficile da accettare, lo capisco. Se vuoi puoi invitare un amico a giocare qui.
Mamma: “Non c’è bisogno di piangere. Matteo è antipatico, non mi è mai piaciuto. Tanto meglio se non hai a che fare con lui. E comunque la vita è fatta anche di delusioni, prima lo impari meglio vivi. Smettila di piagnucolare, non è morto nessuno”.
Disaccordo nei metodi educativi
Quante volte vi siete trovati in situazioni simili?
Quanto volte non siete d’accordo con l’intervento educativo dell’altro genitore?
Non preoccuparti, è molto comune che i genitori siano in disaccordo e abbiano la necessità di capire come affrontare e raccordare i diversi metodi educativi.
Quando si decide di diventare genitori, spesso si immagina che l’arrivo di un bambino o di una bambina rappresenti il coronamento della relazione d’amore, che il legame si rinsaldi, prendendo una forma ancora più piena e appagante.
Tuttavia, la transizione da coppia romantica a coppia genitoriale può mettere alla prova gli equilibri preesistenti, l’intesa e la sintonia. Oltre alla pressione derivante dalla gestione pratica e dal carico mentale legato alla cura costante di un bambino, molte coppie si trovano a vivere frequenti disaccordi sulle modalità di educazione. Succede anche a voi?
Da dove nascono queste difficoltà? Perché sono così frequenti?
Ogni genitore ha un proprio temperamento e porta con sé un bagaglio unico, composto dall’educazione ricevuta, dalle esperienze vissute, dai valori interiorizzati e dalle proprie idee su come sia meglio educare un bambino, una bambina. Questi elementi possono dare origine a metodi educativi diversi, generare disaccordi tra i genitori e portare fatica nel rapporto di coppia.
Alla base delle discussioni che possono derivare da queste divergenze ci sono le aspettative che ciascun genitore ha su come le cose dovrebbero andare. Entrambi, considerando il proprio punto di vista come il più corretto, tendono a considerare sbagliato quello dell’altro, che a sua volta ragiona nello stesso modo.
Quando ciascuno dei genitori considera il proprio mondo come “indiscutibilmente giusto” senza cercare un vero confronto con l’altro, si genera il conflitto, talvolta accompagnato da sentimenti di delusione e di rabbia.
Riconoscere le differenze e avviare il dialogo
Come potete affrontare queste difficoltà, evitando di far stratificare le questioni su cui siete in disaccordo?
Il primo, importante, passo da fare e figlie è quello di ritagliarsi momenti di dialogo, ricercando una dimensione di ascolto reciproco dell’altro genitore. Per riuscirci è importante mettere in sospeso il giudizio sulla posizione dell’altro e provare, con curiosità, a capire le sue ragioni.
Può aiutare il pensiero che entrambi siete mossi dall’amore e dalla preoccupazione per il figlio o la figlia, che pensate di agire per il meglio. Pertanto è bene tener presente che un attacco allo stile genitoriale dell’altro può essere vissuto come una messa in discussione dell’amore. Anche quando nel confronto non si arriva a raggiungere un accordo, è necessario esprimere e percepire il rispetto per l’approccio educativo dell’altro genitore. I bambini e le bambine hanno più bisogno di genitori che, anche nella diversità di opinioni, mantengono il rispetto reciproco più che di genitori che siano sempre in accordo.
Comprendersi tra genitori anche se in disaccordo
Una volta compreso che anche l’altro genitore sta cercando di offrire la miglior educazione possibile, secondo i suoi parametri, a figli e figlie, è necessario affrontare il disaccordo, ovvero comunicarsi quali sono gli esiti che si vogliono raggiungere con l’intervento educativo – che tipo di persone si vogliono crescere, quali valori si desidera trasmettere – e gli strumenti che si intendono utilizzare, ovvero l’approccio educativo che si intende adottare.
È utile partire da domande come: che tipo di persone vorrei che diventassero i miei figli? Quali sono i valori che voglio proporre?, per avviare una negoziazione che consenta di trovare la miglior convergenza possibile.
In alcuni casi non si riuscirà a incontrarsi su una strategia educativa che soddisfi sia mamma che papà e quindi sarà necessario trovare degli accordi che possano salvaguardare il bisogno di bambini e bambine di avere genitori che non siano sempre in conflitto e arrabbiati tra di loro.
I bambini e le bambine vanno infatti preservati dagli scontri tra i genitori, soprattutto quando il motivo del contrasto li riguarda direttamente, per evitare di disorientarli o di farli sentire responsabili dei conflitti tra i genitori.
Cercare un compromesso rispetto ai metodi educativi
Perché è così importante trovare un terreno comune su cui convergere? I bambini e le bambine, soprattutto i più piccoli, hanno bisogno di poter fare delle previsioni e di veder confermate la loro aspettative per sentirsi al sicuro, pertanto è utile scegliere alcune, poche, regole fondamentali che valgano per entrambi i genitori, così come definire delle strategie comuni per affrontare le trasgressioni a tali regole.
Nel processo di negoziazione per arrivare ad un metodo educativo condiviso, si può decidere che se uno dei due genitori si occupa maggiormente di un aspetto della crescita dei figli o se lo sente di più “nelle sue corde”, possa avere maggior voce in capitolo nella decisione circa la linea educativa da seguire. Per fare un esempio, se è il padre ad occuparsi maggiormente dei contatti con gli insegnanti, del supervisionare lo studio, la sua posizione su quando e come fare i compiti potrà avere maggior peso e magari ne avrà meno sull’alimentazione, se cucina soprattutto la mamma.
Infine nel lavoro di ricerca di una sintesi tra i due punti di vista può essere utile informarsi tramite la lettura di libri o articoli sull’educazione o frequentare gruppi per genitori. Se le divergenze sono profonde, può esser utile valutare di farsi aiutare da uno specialista di processi educativi.
Evolvere nel tempo
Con il crescere dei figli e delle figlie, anche i loro bisogni evolveranno, rendendo necessario adattare i metodi educativi ai nuovi compiti evolutivi. Così come vi capiterà di rendervi conto che il metodo che avete scelto non funziona, o non è più efficace, e sarà necessario confrontarsi di nuovo e collaborare per trovare un’alternativa. Pertanto il confronto, l’ascolto reciproco e la ricerca del compromesso non sono azioni che si compiono una sola volta, ma è necessario mantenere nel tempo questa consuetudine, per poter essere flessibili nel gestire i comportamenti di bambini e bambine e nell’affrontare bisogni che si rinnovano con la crescita.
Gestire il disaccordo tra genitori senza screditarsi a vicenda
Anche quando avrete fatto tutto questo, potrà capitare di trovarvi in una situazione in cui siete in disaccordo con quello che sta dicendo o facendo l’altro genitore. Salvo casi in cui si sta mettendo a rischio la sicurezza del bambino o della bambina (ed esempio un genitore che perde il controllo e aggredisce fisicamente), è preferibile non contraddirsi in presenza dei figli, ma rimandare ad un momento successivo, da soli, il confronto e la discussione sulla scelta educativa che non si è condivisa.
È importante evitare commenti denigratori o giudizi sul comportamento dell’altro genitore. Man mano che i figli crescono, si può invece riflettere insieme sulle difficoltà che tutti incontriamo nel regolare i nostri comportamenti. Si può spiegare, ad esempio, che la mamma fatica in un aspetto e il papà in un altro, ma che entrambi si impegnano per migliorare, costruendo relazioni più serene in famiglia. Questo offrirà un esempio prezioso su come affrontare e gestire le differenze in modo costruttivo.
Ricordiamoci che i nostri figli e figlie non hanno bisogno di genitori fotocopia, sempre in perfetto accordo su tutto, ma di persone che si rispettano e che sono in grado di collaborare anche quando hanno opinioni e pensieri diversi. In questo senso il disaccordo tra i genitori può diventare un’occasione per imparare a gestire le diversità senza squalificare l’altro e per imparare a scusarsi e a ricucire, quando invece capita di offendere l’altro.